Intervista a Paolo Gianolio che presenta il suo nuovo lavoro Euritmia

PAOLO GIANOLIO

E’ uscito, il 21 di aprile, Euritmia, il nuovo lavoro di Paolo Gianolio. Amici miei, mi sento così piccolo quando parlo di universi così grandi. L’artista che andiamo a svicerare per voi, è pura trascendenza dei suoni, linguaggio universale di una musica senza tempo, albero da cui si dipartono i rami sapienti di sonorità ancestrali…che appartengono a tutta l’umanità. E’ così che voglio iniziare questa mia intervista oggi.

 Ti do subito del tu per spezzare il ghiaccio Paolo. Nasci negli anni 60 ascoltando Beatles e Rolling Stones. Ricevi in dono una chitarra in giovane età, ma non spevi che sarebbe diventato il tuo mondo interiore, la tua professione. Completi il tuo persorso al conservatorio e via…in orbita verso nuovi universi. Vorrei che ti presentassi al pubblico come fosse la tua prima intervista. Parlaci di te, di quei primi momenti sulla chitarra e successivi sviluppi.

 La musica è da sempre dentro alla mia vita. Il DNA trasmessomi da mia madre, che era intonatissima, (la musicalità è di famiglia) mi ha permesso di captare quel segnale che sta dentro di noi ed esprimerlo con veemenza sulla chitarra che è poi diventata la mia “compagna” di vita. L’approccio istintivo con le sei corde è stato molto personale: chitarra appoggiata su un tavolo suonata con il pollice della mano sinistra e strimpellata con la destra. Ma anche in quel modo suonavo con facilità e a orecchio melodie dei brani che ascoltavo. Poi qualche amico ti insegna i primi accordi e la molla scatta, ho cominciato ad approfondire le possibilità dello strumento e mi si è aperto un mondo che ha dato poi il senso alla mia esistenza. Le prime esperienze con altri musicisti e la voglia di esprimere al meglio il sentimento con vera passione, mi portano allo studio approfondito della musica, dapprima in conservatorio, poi in seguito nella scuola che più mi ha formato rilevando e rivelando la mia personalità. Poi i primi concerti di fronte a un pubblico che sarà il catalizzatore per l’ispirazione di gran parte della mia musica. L’esperienza mi ha portato negli studi di registrazione, con la conseguente collaborazione di importanti artisti italiani. Insomma, un legno che vibra insieme a sei corde, mi ha illuminato la via della creatività.

Come ogni grande professionista che si rispetti, annoveri tra le tue esperienze grandi collaborazioni: Mina, Claudio Baglioni, Eros Ramazzotti, Vasco Rossi, Fiorella Mannoia, Laura Pausini, Andrea Bocelli, Miguel Bosè, Fiorella Mannoia, Giorgia, Matia Bazar, Ornella Vanoni, Anna Oxa, Patty Pravo e tanti altri. Mi piacerebbe sapere quando è avvenuta la svolta, come ti sei sentito, cosa pensavi della tua vita e cosa immaginavi per il futuro. Credo che aver a che fare con grandi nomi per la prima volta comporti grandi emozioni e senso di responsabilità, forse anche paura di non essere all’altezza…a me capiterebbe.

 La svolta è avvenuta non a caso ma grazie all’amicizia di musicisti e arrangiatori coi fiocchi, che mi hanno voluto con loro nelle importanti sessioni con importanti artisti dove essi dirigevano la produzione. Certo è che l’incognita del risultato ti pervade con mille dubbi. Il primo incontro di lavoro con grandi artisti che possono, con la loro personalità, intimorirti e anche bloccarti, t’invoglia, anche con un po di faccia tosta, a esprimerti al meglio. Poi dalla riconosciuta e dimostrata capacità, si viene galvanizzati. La disponibilità e il carattere completano l’opera evidenziando l’empatia che si crea tra artisti e musicisti.

Come hai fatto a renderti indispensabile, a gestire tutte quelle emozioni iniziali senza perdere il tuo equilibrio ed essere l’uomo giusto, al posto giusto? Sarà forse legato anche a quello che hai definito il tuo motto: arrivare dove si comincia?

 Un pensiero che mi è rimasto impresso per sempre nella vita viene da un mio vecchio insegnante: “Per continuare a imparare devi stare con musicisti che sanno più di te”, io l’ho sintetizzato con quello che è poi diventato il mio motto: “essere dove si comincia per cominciare a essere”. Le emozioni le controlli con le tue capacità che diventano preziose quando si trasformano in proposte, idee che lasceranno la tua impronta su quel progetto, grazie anche alla fantasia e alla velocità di comprendere i “cambi di umore” che si succedono nell’area creativa.

Nel 2012 esce “Tribù di Note”, in cui dai sfogo alla tua arte privilegiando i suoni della chitarra acustica che fa da protagonista, strumento che ti ha permesso di esprimere il tuo mondo interiore, sviluppando armonie assolutamente personali. Su alcuni brani ha suonato anche il grande Gavin Harrison. Quali soddisfazioni ti ha regalato questo splendido lavoro?

 La cosa più importante è e rimarrà sempre la possibilità di studiare e ricercare sonorità che rispecchino la tua personalità. La soddisfazione di “seminare” i tuoi modi di comunicare attraverso la musica e vedere poi la gente che ascolta e reagisce, critica, ne parla in maniera costruttiva, è impagabile. Poi il solo fatto di poter condividere la tua “arte” è di per sé appagante. Quando provochi un “pezzo” di legno con sei corde che vibrano sul tuo corpo, ottieni una senzazione unica che si ripete ma non stanca mai, quelle vibrazioni pervadono i tuoi sensi rinnovandosi e rincorrendosi e cominciano un viaggio nel futuro, esplorano i confini della tua conoscenza e concretizzano così la storia della tua vita. 

Come ogni grande artista, assetato di creatività ed evoluzioni possibili, non ti senti mai appagato del tuo operato, cerchi di più, universi paralleli. Così, dopo anni di studio di strumenti classici d’orchestra, strumenti elettronici e software musicali, esci fuori dal cappello un lavoro pazzesco, minuzioso e al massimo della tua attuale creatività che spazia e unisce sonorità di diverse etnie, come se avessero in realtà un unico filo d’oro, a legarle…il tuo legame con la natura e i suoi ritmi vitali. Il nuovo lavoro, uscito il 21 aprile 2017, si chiama Euritmia, il momento in cui per la prima volta si incontrano musica e parole, attraverso la tua voce e le tue dita sapienti. Parlaci di questo incredibile progetto, siamo davvero interessati e curiosi.

 La parola, unita al canto, ti permette di comunicare in modo diretto quello che vuoi dire. Parola e voce sono anche sfida e ricerca di suono nel senso che, per adattare una frase di parole a una melodia, a volte si usano termini cosiddetti “scorrevoli” anziché parole “spigolose” che magari spiegherebbero meglio il concetto, ma la musica richiede una certa fluidità orizzontale. In passato avevo già avuto esperienze come cantante live, per questo ho ripreso e mi sono sorpreso leggendo i testi scritti, direi con una certa fluidità e comprensibilità. Poi comporre canzoni cantate richiede molta più informazione e intuizione, oltre alla voglia di “scolpire” messaggi della natura attraverso l’anima. Per me è una festa! L’euforia che mi regala un sole che ci sorride tra terra e cielo è un messaggio senza ombre, un acquarello d’infiniti colori, un universo di infinite anime, felice che sia così: EURITMIA contiene tutto ciò che appartiene alla mia vita. Nove brani raccontati con corde di chitarra e corde vocali.

Paolo, vorrei chiederti di più, mi piacerebbe scambiare più parole, qualche nota, imparare laddove la strada mi risulta impervia musicalmente, aspra umanamente in questo momento storico. Sarei felice se ci salutassimo con una tua visione sul futuro della musica, ma anche con un messaggio di speranza, perchè è la storia che ci insegna che la speranza non muore mai nei cuori di chi ama la vita.

 La musica è per sempre, si evolve, cambia carattere, ti sfida, ti fa gioire o commuovere ma rimane sempre al nostro fianco, ci rimbocca le coperte e ci sfama, ci fa ballare e sballare, lei c’è sempre e sempre ci sarà, siamo noi che la dobbiamo ascoltare e imparare a rispettarla. Io sono ottimista per il suo futuro che già lancia dei messaggi a chi la vuole seguire e studiare. Certo è che le tappe per poterla comprendere a fondo non si devono eludere, la musica ascolta e da retta a chi la nutre sacrificando tempo e dissetandola con gocce di sudore. Il nostro umore fa pulsare la musica che ci ascolta e fa battere il nostro cuore.

Che dire Paolo, buona musica e buona vita, di cuore. Grazie del tempo che ci hai regalato.

Mirko Marsiglia