Maurizio Pirovano premiato al Premio Lunezia

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Dopo la presentazione in anteprima nazionale in occasione dell’apertura del concerto di Little Steven, storico chitarrista di Bruce Springsteen, il 4  luglio al Pistoia Blues Festival, “Il tempo perduto”, quinto album di Maurizio Pirovano, continua a collezionare importanti riconoscimenti, non solo in ambito radio e TV, dove il singolo “Lasciati andare” continua ad occupare le vette delle classifiche airplay dei brani più trasmessi dalle radio, ma anche nell’ambito del prestigioso Premio Lunezia, dove il 22 luglio scorso l’album ha ottenuto il Premio Pro Loco Marina di Carrara.

Il tempo perduto” segna una evoluzione nel percorso di Maurizio Pirovano, evidente sin dalle prime battute con sonorità moderne, d’oltreoceano, ma non solo; ballate fruibili, ma mai banali; esperimenti ben riusciti, quali “Il vento che consuma” col suo ritmo flamencato, o le sonorità dance ed incalzanti di “Caramelle”. Il tutto sempre arricchito da testi profondi, che parlano di vita e che restano  il punto di maggior forza dello storico cantautore brianzolo.  Pezzi come “Lasciati andare”, “Stato di allucinazione apparente” e la stessa title track sono l’emblema di un album che fotografa con disincanto questo preciso periodo storico, fatto d’individualismo ed egocentrismo, di “autoscatti, selfie ed instagram”, ma soprattutto di solitudini mascherate da “rapporti umani”, che diventano sempre più solo “connessioni” e quindi sempre meno reali. Un messaggio chiaro e forte: non si può rimpiangere il tempo perduto e non si può guardare la vita da uno schermo, perché il tempo di una vita è la sola cosa di cui siamo veramente padroni.

 “Lasciati andare” è il singolo di lancio de “Il tempo perduto”, una canzone solare e di speranza che,  partendo con una sezione ritmica accattivante, prende l’ascoltatore per mano portandolo lungo “mattine sempre uguali”, fatte di routine, ma anche di domande esistenziali, sottolineando quanto sia importante la prospettiva da cui si guarda la vita. “Dopo tutte le mattine che hai passato in tangenziale ti sei accorto che l’inferno è una vita tutta uguale” è la frase che fa riflettere maggiormente su quanto la quotidianità uccida amori, sogni e  speranze di ognuno di noi.

L’intervento di Alex Marton,non solo in fase di registrazione, ma anche in fase di post produzione, ha conferito ancor più forza ad un album che si fa ascoltare e che fa riflettere in egual misura, dimostrando che la musica d’autore italiana conserva ancora la capacità di raccontare la complessità della vita senza dover cadere necessariamente nella cripticità.

Note Biografiche

Maurizio Pirovano nasce a Lecco il 12/10/1974, l’avvicinamento alla musica arriva studiando la chitarra, da prima in modo autodidatta e poi con l’ausilio di maestri. Le sue influenze spaziano dal panorama cantautorale degli anni Settanta al rock d’oltreoceano;  in particolar modo la lirica di Battisti, Bertoli, De André e De Gregori segnano l’amore di Pirovano per la parola. Dal punto di vista puramente Rock è innegabile l’influenza di gruppi come U2, Soundgarden, Pearl Jam e Kings of Leon.

IL TEMPO STRINGE” (Latlantide – gennaio 2009) è l’album d’esordio di Maurizio Pirovano; si tratta innanzitutto di un album rock nel senso più puro ed ingenuo del termine; la parola la fa da padrone con pezzi come “Strade diverse” e “Lungo una sporca strada” che rimangono fra i cavalli di battaglia del cantautore.

NON DISTURBIAMO LA TELEVISIONE” (Latlantide – settembre 2011) è il secondo album: undici tracce che alternano sapientemente pezzi sostenuti come “I Conti”, “Figlio di un centro commerciale” a ballate avvolgenti come “C’hai ragione te”(con cui Pirovano partecipa al Festival di San Vincent del 2010, ottenendo il secondo posto) , fino ad arrivare alla straziante “Quando ero bambino”, forse il pezzo più bello di sempre del cantautore.

UN GIORNO QUALUNQUE” (Latlantide – aprile 2013) è il titolo del terzo lavoro di Maurizio Pirovano, dai più definito come l’album della maturazione artistica. Ricco di nuove ballate rock e brani impegnati,  “Dove mi porti”, “Domani parto”,  ma soprattutto “La ragione di un sogno” sono i pezzi salienti di un album ben riuscito.

LA PELLE RACCONTA” (Latlantide – maggio 2015). La pelle è l’organo a cui meno diamo importanza, ma è il tramite tra noi e il mondo, parte da questo concetto la title track che dà il nome al quarto album in studio di Maurizio Pirovano, un album Rock che miscela sonorità d’oltre oceano con l’amore per la propria realtà, raccontando i problemi della vita e il coraggio di affrontarli senza scorciatoie di alcun genere. L’album conferma il cambiamento di sonorità. Il singolo La pelle racconta riscuote un buon successo, rimanendo per più di tre settimane nella Top 50 della classifica di Radio Airplay. A febbraio 2017 Pirovano vince il “Vinile d’Argento, premio Jimmy Fontana” reinterpretando “Il Mondo” dello stesso Fontana; a presenziare la giuria il Maestro Vince Tempera, più volte direttore d’orchestra del Festival della Canzone Italiana.

“IL TEMPO PERDUTO” (Latlantide – maggio 2017) è il quinto album di Pirovano. L’evoluzione di questo nuovo disco è evidente sin dalle prime battute con sonorità moderne, d’oltreoceano ma non solo, ballate fruibili ma mai banali ed esperimenti ben riusciti, quali “Il vento che consuma” col suo ritmo flamencato o le sonorità dance ed incalzanti di “Caramelle”. Il tutto sempre arricchito  da testi profondi, che parlano di vita e che restano  il punto di maggior forza dello storico cantautore brianzolo. Pezzi come “Lasciati andare”, “Stato di allucinazione apparente” e la stessa title track sono l’emblema di un album che fotografa con disincanto questo preciso periodo storico, fatto d’individualismo ed egocentrismo, di “autoscatti, selfie ed instagram”, ma soprattutto di solitudini mascherate da “rapporti umani”, che diventano sempre più solo “connessioni” e quindi sempre meno reali. Un messaggio chiaro e forte: non si può rimpiangere il tempo perduto e non si può guardare la vita da uno schermo, perché il tempo di una vita è la sola cosa di cui siamo veramente padroni. Il disco è presentato in apertura al concerto di Little Steven, il 4 luglio al Pistoia Blues Festival. Riceve, inoltre, il 22 luglio nell’ambito del prestigioso Premio Lunezia il Premio Pro Loco Marina di Carrara.