“ZERO” è il titolo del nuovo singolo di Greta Giordano

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E’ uscito il nuovo singolo dell’artista casertana Greta Giordano, “ZERO”, brano scritto interamente dall’autrice vicentina Giorgia Brunello (Jericho Records)

Greta: “Ho sempre definito il palco come l’unico posto oltre casa in cui mi sento me stessa al 100%. Mi piacerebbe vivere di musica e fare della mia più grande passione un lavoro.

Mi definisco umile, solare e testarda e credo che il mio più grande pregio ma allo stesso tempo difetto sia la mia razionalità.

La Pandemia è stata un periodo che mi ha messo a dura prova.

ZERO, il mio nuovo singolo descrive in pieno le sensazioni di quando per la prima volta mi sono sentita fragile. È per me un nuovo inizio, una rinascita e un nuovo punto di partenza. Ricomincio da ZERO”

Greta Giordano, 21 nata a Caserta il 27-03-2001. Vive a Pignataro Maggiore. La più grande passione è la musica. Canta dall’età di 6 anni, quando, un po’ per caso, i suoi genitori scoprirono questa sua capacità. Durante le uscite domenicali erano soliti ascoltare la radio e quando nelle gallerie il segnale cessava, Greta riusciva a mantenere l’intonazione e il tempo. Da lì è iniziata la sua formazione.  Ha studiato canto e chitarra per anni Il primo esordio in tv nel 2012 a I fatti vostri, Rai2 nella rubrica Saranno famosi. Poi arriva The voice Rai2, nel 2019, semifinalista del team Elettra. Un’esperienza inaspettata e formativa.

Greta attualmente fa parte dell’etichetta la MMline Production Records ed e seguita dalla discografica e Manager Maria Totaro che segue big ma tiene a cuore questo sua scuderia di emergenti e che ha creduto subito in lei.

Giorgia Brunello (Autrice): -“Zero” è menefreghismo, abbandono, solitudine. Lo zero viene prima di qualsiasi altro numero ma, per assurdo, vale meno di tutti gli altri. Nel mondo ci sono 7 miliardi di persone. Ossia 7 miliardi di zeri. In quanto l’essere umano è programmato per sopravvivere, anche a costo di tradire i suoi simili. Non a caso nasciamo soli e ce ne andiamo soli. “Zero” è un testo di consapevolezza, di accettazione del fatto che nessuno sarà in grado di sollevarci quando toccheremo il fondo, se non noi stessi. Il nemico più grande è il tempo, che interrompe il volo delle rondini e lascia appassire i petali dei fiori. Perciò non ci resta che convivere con l’idea di essere insignificanti per il mondo, ma fondamentali per noi stessi. È come stare su un’altalena, in bilico tra l’essere aquila o l’essere formica. Che poi resta a noi trasformare uno zero in un cento. Siamo noi a decidere quanta importanza dare al rumore della pioggia che sbatte sul tetto e siamo noi a decidere quanta fiducia riporre nel filo sottile che ci tiene in piedi prima di spezzarsi. Dunque non ci resta che “restare appesi a fili non connessi” e aspettare il momento dell’impatto-